giovedì 2 ottobre 2025

MONOROTAIA TELFER A GENOVA

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Nelle immagini virtuali la monorotaia a sella Telfer, costruita per l'Esposizione internazionale di marina e igiene marinara - Mostra coloniale italiana tenutasi a Genova da maggio a novembre 1914, ripresa nel suo percorso di andata dal molo Giano verso la piazza di Francia (l'attuale piazza della Vittoria), risalendo la valle del Bisagno, e nel suo viaggio di ritorno, quando raggiunto di nuovo il mare passava davanti ai bagni della Strega e poi con un'ampia curva si avvicinava all'antica batteria della Stella, che attraversava a raso entrando ed uscendo da finestroni allargati, per poi proseguire in rettilineo, tagliando in viadotto lo specchio d'acqua davanti ai bagni della Cava (tratto estremamente spettacolare ed unico immerso in un paesaggio selvaggio ormai scomparso).


Particolarità importante della struttura era l'impalcato (una trave in cemento armato con sezione a T rovescio, larga alla base 0,85 m ed alta 1,90 m, alla sommità delle quale era fissata su longherine in quercia la rotaia Vignoles da 36 kg/m) che poggiava su 72 cavalletti alti 4 m (anche questi in cemento armato) di cui 1/3 piantati in mare.

La linea era formata da tronchi, ognuno lungo 60 m e suddiviso in 4 campate diseguali (13,25 m le esterne e 16,75 m le interne), sostenuto da 5 cavalletti, di cui quello centrale rinforzato, con 4 gambe contro le 2 degli altri.

L'utilizzo del cemento armato era una soluzione estremamente d'avanguardia per quei tempi, impiegato però in contesto (quello marino) che segnò inesorabilmente la vita della struttura (demolita solo 4 anni dopo, nel 1918) perché troppo esposta alla violenza delle mareggiate e all'erosione della salsedine.






​La linea era percorsa con cadenza semi oraria da un unico convoglio, simmetrico, formato da 1 motrice (sempre in posizione centrale) e da 4 o 2 rimorchiate (poste a coppia o singolarmente agli estremi della motrice).

Particolarità di questa configurazione era che le rimorchiate estreme erano prive di finestrini di testa ed il macchinista era costretto a sporgersi lateralmente (come per le vecchie locomotive a vapore) per guidare il convoglio.

Per facilitare l'arresto ai capolinea estremi erano stati installati anche dei rudimentali sistemi di arresto automatico analoghi ai sistemi di "frenatura a bersaglio", attualmente impiegati nelle metropolitane driveless.

La monorotaia fu la prima costruita in Italia (in soli 100 giorni da BBB Milano, la stessa ditta che aveva costruito 3 anni prima le 2 funivie che attraversavano il Po in occasione dell'esposizione del cinquantenario dell'unità a Torino).

Sempre a Torino (ma in occasione dell'esposizione del centenario) fu costruita la seconda monorotaia a sella, ma questa volta di origine tedesca.

mercoledì 17 settembre 2025

MONOROTAIA ALWEG A TORINO (II)

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Nelle immagini virtuali la monorotaia a sella Alweg (dal nome del suo costruttore Axel Lennart WEnner-Gren) che percorreva un breve tragitto (circa 1,2 km) quasi rettilineo, durante l'Esposizione Internazionale del Lavoro ("Italia '61"), rassegna tenutasi a Torino da maggio ad ottobre 1961, in occasione del primo centenario dell'unità d'Italia.


Il convoglio era composto da 3 casse collegate con giunti articolati ed aveva alle 2 estremità le cabine panoramiche di testa per i passeggeri e le cabine di guida sopraelevate.

Le casse erano sostenute da carrelli con ruote gommate di tipo automobilistico, ad asse orizzontale per la trazione e ad asse verticale per l'assetto e la guida.

La velocità massima era di 90 km/h, ma normalmente si viaggiava a 50 km/h per permettere di ammirare il paesaggio circostante.

Il convoglio era predisposto per la trazione multipla, anche se ulteriori convogli non furono mai costruiti.

La monorotaia cessò l'esercizio pochi mesi dopo il termine di "Italia '61" ma fu nuovamente utilizzata durante le primavere e le estati del biennio seguente a beneficio di scolaresche, venendo posta definitivamente in disuso al termine del novembre 1963.

Il convoglio rimase abbandonato e non custodito per 16 anni all'interno della stazione Nord, dopodiché fu definitivamente smantellato.

Nonostante siano passati oltre sessant'anni dall'evento attualmente sono operative in Italia solo 6 brevi monorotaie sopraelevate: Marconi Express a Bologna, MeLA presso l'ospedale San Raffaele a Milano, Minimetro a Perugia, People Mover a Venezia, Pisa Mover a Pisa e Sky Bridge all'aeroporto di Fiumicino.

domenica 6 aprile 2025

PEOPLE MOVER A DOHA AIRPORT

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Automated People Mover (APM) bidirezionale Doppelmayr Cable Liner  (5 casse, 192 pax, del 2016) in servizio con 2 navette "va e vieni" all'interno dell'aeroporto internazionale di Hamad (Doha) (HIA), nella primavera 2025.

I 2 percorsi interni, paralleli e sopraelevati lungi 772 metri, consentono una velocità di 45 km/h ed una capacità oraria di 6.300 pphd (passeggeri/ora per direzione).


Le vetture, che viaggiano all'interno del terminal aeroportuale con un sistema di azionamento a fune, non hanno motori a bordo e quindi sono silenziose, non inquinano, non perdono olio, né producono polveri durante la frenatura. 

Le navette, tutte con casse intercomunicanti fra loro, offrono una grande superficie vetrata anche verso l'alto, rendendo l'ambiente piacevolmente luminoso e spazioso, dal quale si può godere di una straordinaria vista sulle strutture architettoniche progettate dallo studio HOK (Hellmuth, Obata & Kassabaum) fondato a St. Luiss nel 1955.



martedì 25 marzo 2025

MONOROTAIA A BOLOGNA

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Monorotaia bidirezionale automatica Intamin Trasportation P30  (3 casse, 50 pax, del 2020) in servizio sul "Marconi Express" che collega l'Aeroporto di Bologna "Guglielmo Marconi" (BLO) con la Stazione Centrale di Bologna, in partenza ed in arrivo a questo capolinea, nella primavera 2023.

La flotta attualmente consta di 3 convogli (ampliabile a 4).

I convogli sono costituiti da 3 elementi: i 2 estremi (non comunicanti) per il trasporto dei passeggeri e le cabine di guida (anche se il convoglio è driverless) e quello centrale per gli apparati di trazione.

Il numero dei passeggeri trasportati è 70 per il costruttore, 50 per il gestore e 30 nella realtà operativa.

Il convoglio è lungo 17 metri, le casse estreme sono sostenute da carrelli con ruote gommate di tipo automobilistico ad asse orizzontale per la portanza e la trazione, insieme a quelle ad asse verticale per l'assetto e la guida del convoglio.


L'impianto si snoda su una infrastruttura sopraelevata (5 metri di altezza, 5 km di lunghezza, sospesa su 125 piloni), costituita da una unica via di corsa con passerella per le evacuazioni d'emergenza (tutto l'impianto è predisposto per l'ampliamento a 2 vie di corsa indipendenti).

A metà tracciato è presente la stazione intermedia "Lazzaretto" che consente l'incrocio delle navette "va e vieni" ed ospita la centrale operativa, l’area di manutenzione, le rimesse e le cabine elettriche di trasformazione.

Le piattaforme di stazione sono lunghe 40 metri, in grado quindi di servire 2 treni contemporaneamente.

I convogli possono raggiungere i 70 km/h con una velocità commerciale di 40 km/h che consente di coprire l'intero tracciato in circa 7 minuti e 30 secondi. 

Con il servizio attivo tutti i giorni dalle 5:40 alle 24:00 e con frequenza di corsa ogni 15 minuti (negli orari di morbida) e di 7 minuti e 30 secondi (negli orari di punta) è in grado di trasportare 570 passeggeri all’ora per direzione.

La liechtensteiniana Intamin è nota, oltre che per la costruzione di impianti ettometrici a monorotaia (il più famoso dei quali è quello di Mosca), anche e soprattutto per la progettazione e la costruzione di giostre da brivido e spettacolari montagne russe in decine di parchi a tema internazionali, parchi di divertimento ed altre strutture.